Le recenti notizie circa la reunion dei Guns ‘N’ Roses, che ormai sembra davvero certa, e l’addio alle scene dei Mötley Crüe hanno riacceso i riflettori su un genere che sembrava dover rimanere sepolto per sempre nei ricordi dei nostalgici. Decine le band che, come meteore, nacquero e scomparvero con estrema facilità, ma che comunque lasciarono un segno per chi seguiva la scena. Abbiamo già parlato dei Jetboy, ora analizzeremo una band che proprio dal loro declino prese vita: gli American Heartbreak. Il fine e il successivo scioglimento dei Jetboy, cui fece seguito il triste progetto commerciale Mindzone naufragato nel giro di pochi mesi, non fu sufficiente a far desistere il chitarrista Billy Rowe dal rimettere in piedi un gruppo completamente dedito al buon vecchio sleeze rock che, pur non avendogli dato grossi guadagni, gli aveva garantito le uniche soddisfazioni in ambito musicale. Messa insieme una line up quantomeno schizofrenica che comprendeva il semisconosciuto Lance Boone alla voce e Michael Butler degli Exodus al basso, Rowe nel 1996 decise così che i tempi fossero propizi per il ritorno in grande stile di certe sonorità, ormai libere dal giogo della moda grunge. Figlioccia bastarda del glam anni settanta che aveva visto nei New York Dolls l’inevitabile paragone assoluto, ma in grado di mostrare allo stesso tempo un amore viscerale per Marc Bolan e i Cheap Trick, la band debuttò timidamente un anno dopo la formazione con un introvabile EP che già mostrava tutte le sfumature possibili della proposta: pezzi tirati, testi da party perenne e quella decadenza che non poteva mancare in un progetto di questo tipo. Il vero debutto avvenne solo nel nuovo millennio grazie al divertente ‘Postcards From Hell’, cui fece seguito un curioso split CD in compagnia dei Libertines (sì, quei Libertines!), che finì per confondere tanto i fan quanto la band. Dopo qualche pubblicazione incerta, ecco la rinascita: nel 2006 il gruppo dà alla luce American Heartbreak, vero manifesto di una filosofia di vita. Purtroppo, l’ennesima illusione.
The Rise And Fall Of American Heartbreak
5 Gennaio 2016
Articoli
Giornalista musicale con esperienza decennale, Luca Garrò scrive o ha scritto per alcune delle riviste musicali più note del nostro paese, da Rolling Stone a Jam, passando per Rockstar, Rocksound, Onstage e Classic Rock, oltre ad essere uno dei fondatori del magazine online Outune.net. Appassionato di classic rock fin dall'infanzia, ha scritto centinaia di articoli sugli argomenti più disparati, tre libri per Hoepli (Freddie Mercury, David Bowie e Jimmy Page & Robert Plant) e sta curando una biografia su Brian May per Tsunami. Per cinque anni è stato tra i curatori del Dizionario del Pop Rock Zanichelli.
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