Pare sia buona prassi non far eccitare i bambini prima di metterli a letto, perché sarà poi molto più difficile che si addormentino in tempi ragionevoli. Se siete cresciuti con David Bowie, dunque, meglio non guardiate il video di Blackstar, singolo che anticipa forse l’album più atteso degli ultimi due anni, dopo le 22. Il brano è stato scritto da Bowie per essere la sigla di apertura della nuova serie crime The Last Panthers, che in Italia ha debuttato il 13 novembre scorso, ma basta davvero un solo ascolto per capire che i dieci minuti che stiamo trascorrendo in sua compagnia saranno in grado di segnare nuovamente la sua storia e, probabilmente, quella della musica moderna. Le poche notizie trapelate facevano già intuire qualcosa di estremo, di quelle cose alla Outside magari o sonorità vicine a quelle della straniante Sue (Or In A Season Of Crime), unico inedito della raccolta Nothing Has Changed recentemente pubblicata. La cosa che più spiazza è pensare a quanti imput differenti è in grado di dare un brano che sembra uscito da un futuro lontano ma che, allo stesso tempo, risulta essere Bowie al cento per cento. Innovativo e furbo come da copione, il Duca Bianco gioca coi rimandi, aprendo consapevolmente mille porte su altrettante stagioni della sua carriera. Ecco così che l’astronauta iniziale rimanda immediatamente al Major Tom di Space Oddity e Ashes To Ashes, o la città che fa da sfondo alla narrazione sembra essere proprio quella di Labyrinth. E il bello è che entrambe le suggestioni potrebbero essere completamente senza senso. Musicalmente siamo forse più vicini al Bowie della prima metà degli anni novanta, ma lo stacco melodico centrale, per esempio, potrebbe uscire da un Hunky Dory. Insomma, Bowie si è divertito ancora una volta a reinventare se stesso. Se poi Blackstar sarà il suo album più estremo, lo capiremo solo tra un paio di mesi.
Blackstar: Il Ritorno Di David Bowie
Giornalista musicale con esperienza decennale, Luca Garrò scrive o ha scritto per alcune delle riviste musicali più note del nostro paese, da Rolling Stone a Jam, passando per Rockstar, Rocksound, Onstage e Classic Rock, oltre ad essere uno dei fondatori del magazine online Outune.net. Appassionato di classic rock fin dall'infanzia, ha scritto centinaia di articoli sugli argomenti più disparati, tre libri per Hoepli (Freddie Mercury, David Bowie e Jimmy Page & Robert Plant) e sta curando una biografia su Brian May per Tsunami. Per cinque anni è stato tra i curatori del Dizionario del Pop Rock Zanichelli.
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