La critica maggiore rivolta all’ultima fatica di Bryan Adams è che duri davvero poco e, in effetti, riesce difficile confutare l’affermazione. Quello che non comprendo, tuttavia, è l’equazione secondo cui se un disco dura poco, farà pure schifo. La carriera di Bryan Adams è in caduta libera da tanti anni e, in un mondo in cui i dischi non hanno quasi più senso, sbagliare bersaglio così tante volte significa uscire dal giro che conta definitivamente. Tuttavia, qualche volta, il rock regala rinascite degne dell’epicità che in genere permea altri ambiti. Iniziamo col dire che l’idea di farsi produrre da un pezzo da novanta come Jeff Lynne ha dato i frutti sperati: Mr ELO ha infatti tirato fuori da Adams quell’energia che sembrava ormai relegata al periodo d’oro del canadese, quello precedente al best So Far So Good per intenderci. Nulla di miracoloso, capiamoci, ma è bello sentire che uno dei protagonisti assoluti del classic rock anni ottanta si ripresenti con questa carica e una produzione old style, ma per nulla nostalgica. A colpire sono in particolare i brani scelti per aprire il disco: You Belong To Me potrebbe essere un pezzo di Springsteen, Go Down Rockin’ un brano trascinante che dal vivo farà sfracelli e We Did It All la classica ballad che farà breccia negli animi più sensibili. In chiusura, quattro brani dell’album in versione acustica: onestamente, sarebbe stato meglio scegliere subito tra le due versioni e non aggiungere così tanti doppi brani ad un album che in totale sfora di poco la mezz’ora.
Bryan Adams – Get Up!
1 Novembre 2015
Dischi
Giornalista musicale con esperienza decennale, Luca Garrò scrive o ha scritto per alcune delle riviste musicali più note del nostro paese, da Rolling Stone a Jam, passando per Rockstar, Rocksound, Onstage e Classic Rock, oltre ad essere uno dei fondatori del magazine online Outune.net. Appassionato di classic rock fin dall'infanzia, ha scritto centinaia di articoli sugli argomenti più disparati, tre libri per Hoepli (Freddie Mercury, David Bowie e Jimmy Page & Robert Plant) e sta curando una biografia su Brian May per Tsunami. Per cinque anni è stato tra i curatori del Dizionario del Pop Rock Zanichelli.
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