I Queen erano noti per non avere né coriste né musicisti aggiuntivi sul palco, anche se la complessità di alcuni brani avrebbe richiesto il contrario: grazie al sapiente uso del delay, Brian May riusciva a sopperire alle parti musicali più intricate, mentre Roger Taylor perdeva la voce in cori impossibili. Col tempo, però, un aiuto fu necessario e se vi state chiedendo chi sia quell’uomo che ogni tanto sbuca sullo schermo durante la visione di “Live At Wembley”, ebbene quello è il quinto Queen, Mr Spike Edney. Il mondo del rock è pieno di personaggi che non passeranno mai alla storia, ma la cui importanza nell’economia di una band è incalcolabile: lavorando sempre nell’ombra e senza divismi, Spike Edney ha fatto parte a tutti gli effetti per venticinque anni di una delle più grandi macchine da concerti mai esistite: ecco le sue verità.
Tu sei considerato dai fan il “Quinto Queen”. Il fatto che tu abbia partecipato anche ai tour con Paul Rodgers conferma la cosa…
Sai non sono io che posso dire una cosa del genere. Il fatto che però siano i fan a considerarmi tale mi riempie di orgoglio e mi fa felice. Comunque non potrò mai considerarmi un membro dei Queen, sono stato al loro fianco dal tour di The Works e ho vissuto l’esperienza più incredibile della mia vita col Magic Tour, ma non partecipavo a nessuna parte del lavoro in studio. Sono stato un buon turnista.
Be’ un turnista che ha poi partecipato ai tour solisti sia di Brian che di Roger, un membro dei The Cross…
Sì, diciamo un turnista di lusso allora. A parte gli scherzi, ogni volta che Brian e Roger hanno avuto bisogno di me ho risposto presente, sia con i loro tour solisti che nella nuova incarnazione con Paul Rodgers. Diciamo che la mia vita è sempre andata di pari passo con la loro, anche se stavo nell’ombra.
E del periodo con i Cross cosa ti porti dentro? Mai parlato con Roger di una reunion?
Adoravo farne parte, ho amato subito il progetto e credo che anche gli album fossero molto validi, in particolare “Shove It” (album che conteneva la versione originale di “Heaven For Everyone” ndr)). Purtroppo non molta gente la pensa come me! Gli anni novanta sono stati quelli del boom del disco, se non abbiamo venduto in quel periodo, dove vendeva chiunque, sarà dura farlo ora. Anche per questo credo che una reunion sia davvero difficile che si realizzi. Certo, nella vita mai dire mai ed ammetto che lo farei immediatamente. Ogni tanto mi capita di ricevere complimenti per quel periodo, devo dire che i nostri fan erano pochi ma sono rimasti fedeli.
Quest’anno ricorrono i quarant’anni dalla nascita dei Queen e il gruppo ha festeggiato la ricorrenza rimasterizzando completamente la discografia, live compresi. La gente ha iniziato davvero a conoscerti durante il Magic Tour…
Devo ammettere che è stato fatto un lavoro davvero notevole sui master originali, tanto che spesso mi sembra di non aver mai sentito il gruppo in questo modo. All’inizio avevo qualche perplessità, temevo fosse solo una cosa dovuta al cambio di etichetta, ma mi sono ricreduto. Per quanto riguarda i live, non posso che ripetermi dicendo che sono stati i veri momenti che ho vissuto con la band e “Live At Wembley” rimane una delle cose di cui sono più orgoglioso. La gente iniziò a vedermi nel video di Budapest e probabilmente si chiedeva chi fosse quello sconosciuto che suonava con i Queen! Poi Wembley ebbe così successo che la gente iniziò a riconoscermi.
Cosa ricordi di quei tour?
Ricordo la paura prima di salire sul palco di fronte a così tanta gente e il tempo passato insieme ai ragazzi. Durante le tournée non potevamo andare in giro per le città che visitavamo: Freddie era letteralmente braccato dai fan, tutti avevano qualcosa da dirgli o da chiedergli ed era impossibile fare qualsiasi cosa. Quindi passavamo intere serate a giocare e a bere champagne. Freddie adorava giocare a Scarabeo, era davvero fissato on quel gioco e cercava di sfidare chiunque!
Scarabeo? E dire che gli after show dei Queen erano famosi per ben altri motivi!
Certo, infatti quando parlavo di champagne, parlavo di litri di champagne e non è che intorno a noi gravitassero solo giocatori di scarabeo…Devi anche pensare però che i veri bagordi appartenevano al passato, soprattutto agli anni settanta e ai primi anni ottanta, anche se forse non ti sto raccontando tutto! In effetti il gruppo iniziava ad essere più maturo, ma ricordo che per il quarantesimo compleanno di Freddie la gente pensò fosse scoppiata la guerra.
Parteciperai alle prossime incarnazioni della Regina?
Perché no? Se mi chiameranno in causa sarò ben lieto di dare il mio contributo come è sempre stato. Ogni volta che Brian e Roger hanno suonato insieme negli ultimi venticinque anni, io ero lì al loro fianco. So che qualcosa bolle in pentola, ma niente è ancora ufficiale, quindi aspettiamo fiduciosi. Io di certo non ho voglia di ritirarmi.