“Il mio viaggio finisce qui”. Con queste parole, pochi giorni dopo la scoperta del luogo esatto in cui il padre perse la vita nelle vicinanze di Anzio, Roger Waters ha messo fine ad una ricerca interiore e fisica durata un’intera vita. Una vita condizionata totalmente da un evento che il piccolo Roger non aveva nemmeno potuto elaborare, trovandosi ancora in fasce al momento dell’accaduto e che ha finito per segnarne completamente anche la vita artistica e tutta la poetica, uno di quei personaggi per i quali realtà e finzione non hanno mai trovato due vie distinte di espressione. Per qualcuno, The Wall, ma soprattutto il successivo The Final Cut, ovvero i due album più segnati dalla biografia del bassista, hanno rappresentato anche la fine dell’avventura dei Pink Floyd, per lo meno di quei Pink Floyd che mantenevano ancora un filo conduttore con i loro primi lavori: l’ossessione per quella guerra che lo aveva privato dell’affetto del genitore, che aveva distrutto la sua psiche ancora prima che potesse formarsi pienamente, aveva infatti in qualche modo portato Waters a dedicarvi energie in modo quasi ossessivo, arrivando poi ai contrasti con i compagni che portarono all’uscita del musicista dal gruppo. Erano molti anni che, tra leggende metropolitane e avvistamenti reali, Waters si aggirava per i cimiteri della costa laziale nelle zone di Aprilia e Anzio alla ricerca di un indizio, di un segnale che ponesse fine a quella ricerca spasmodica e straziante, tanto che quando gli venne comunicata la notizia, egli stesso riuscì a realizzarla solo qualche giorno dopo. “Sapevo che sarebbe successo prima o poi, l’importante è poter avere un luogo dove ringraziare mio padre e dirgli quanto sono fiero di quello che ha fatto per me e per il mondo insieme a chi, come lui, ha sacrificato la propria vita per la libertà”. Il conferimento della cittadinanza onoraria da parte del Comune di Anzio e la statua eretta nel punto in cui Eric Fletcher Waters trovò la morte hanno rappresentato uno dei momenti più intensi della vita del musicista, che più volte è parso sul punto di piangere durante la cerimonia. “Incontro spesso veterani che mi dicono che mio padre sarebbe orgoglioso di quanto ho fatto nel corso della mia carriera. Io dico loro che ho solo avuto la fortuna di essermi aggrappato alla musica in modo quasi maniacale: il mio è stato un percorso doloroso, ma catartico. Chi ancora non crede che la musica possa smuovere qualcosa all’interno di chi la scrive come di chi ne fruisce, non ha capito niente dell’esistenza.” Prima di andarsene, Waters conferma di aver chiuso il cerchio della sua vita e anticipa il futuro prossimo:“Il rapporto con mio figlio mi ha aiutato ad elaborare quello mai avuto con mio padre, ma dopo questo evento sono un uomo nuovo. Sto scrivendo nuove canzoni, parlano sempre di rapporti personali, ma i padri e i figli questa volta sono altri.”