Il decimo album dei Negrita ha tutte le caratteristiche per diventare uno dei preferiti dai fan della band toscana. Ecco come ne hanno parlato i protagonisti:
Siamo Ancora Qua
“Può essere vista come la Ehi! Negrita 2.0. Quella era una sorta di manifesto con cui esprimere la nostra voglia di comparire sulle scene, di conquistare l’Italia quando nessuno ci conosceva, mentre ora, dopo nove album, si aggiungono le persone, l’immaginario che abbiamo creato. Il nostro popolo, insomma”
No Problem
“Il primo testo del disco. Quando arrivi a un certo punto della tua carriera, finisci per chiederti: ma chi siamo oggi? Dopo dieci album, come ci dobbiamo ridimensionare rispetto al tempo che è passato? Di cosa dobbiamo parlare e di cosa è giusto farlo? Un brano che parla di problemi di scrittura, dichiarando però l’esatto contrario”
Scritto Sulla Pelle
“Sulla nostra pelle, esternamente o internamente, la vita lascia tracce indelebili, che possono essere non volute, come le cicatrici, o scelte, come i tatuaggi. Oppure semplicemente psichiche. Tutte le esperienze di vita s’imprimono su di noi e vanno manifestate come se fossero un diario di bordo di un’esistenza, che deve essere valorizzato e non nascosto come un difetto”
Non Torneranno Più
“È un brano che si rivolge alla nostra generazione e vuole elevare il rimpianto a qualcosa di nobile, anche se solo per un giorno. Solitamente, si pensa alla nostalgia e al romanticismo come a sentimenti più elevati rispetto al rimpianto, quindi abbiamo voluto creare una parentesi che durasse un solo giorno, in cui concederci il tempo per raccontare un pezzo di vita legato alla gioventù, a ciò che non può più tornare, agli amici che non si sono più.”
Voglio Stare Bene
“Un pezzo dal beat nero, quasi gospel, in cui abbiamo inserito una ritmica che ricordasse proprio l’andamento drammatico dei neri incatenati. Forse proprio per questo, il testo è stato in qualche modo liberatorio, perché abbiamo cercato di raccontare un’esigenza primaria come quella del voler stare bene, appunto.”
La Rivoluzione È Avere Vent’anni
“L’altra faccia della medaglia di Non Torneranno Più, solo che qui non ci rivolgiamo ai nostri coetanei, ma alle nuove generazioni, ai nostri figli, analizzando le storture e le paure che ci attanagliano come padri. Il ponte, cantato in inglese, è una frase di Gandhi che ci sembrava perfetta in questo contesto”
Milano Stanotte
“È il primo spunto che abbiamo creato prima di partire per America e l’ultimo ad essere completato. Richiama la scuola francese degli anni ottanta e novanta, con un’alma latina. È un omaggio sentito a una città che non è la nostra, un luogo che ci ha adottato quasi subito e riassume più puntate vissute a Milano. Ha una doppia anima: è un modo per descrivere la città e i suoi cambiamenti, ma anche la sua movida”
Ho Scelto Te
“Istintivo, nato in pochissimo tempo. Dettato dalle emozioni del momento che stavamo vivendo, che si è scritto quasi da solo, con le mani quasi indipendenti dalla testa. Sono impressioni, cose che la musica ci ha suggerito con estrema semplicità. Nato da un processo compositivo che non abbiamo mai frequentato molto”
Adios Paranoia
“Dobbiamo ringraziare Adios Paranoia, perché rappresenta l’uscita dal momento più difficile che ci siamo trovati a vivere in carriera. L’America doveva rappresentare la redenzione risolutiva per delle cose davvero pesanti che ci portavamo dietro dall’Italia e la catarsi del deserto ha fatto sì che nascesse questo brano. Non a caso vicino al Messico, che da luogo di fuga per antonomasia si è trasformato in una nuova occasione per fare festa insieme”
Talkin’ To You
“Nata una notte a San Diego. Qualcuno di noi è rimasto sveglio e ha tirato fuori un riff con un’anima puttanamente blues, ma con degli inserti elettro e delle soluzioni armoniche diverse per i due ritornelli. Il testo cerca di descrivere le cose che ti circondando che ti danno fastidio, ma in modo propositivo, cercando di innescare un dialogo con chi hai di fronte e con un bell’inserto in barre del rapper Ensi”
Aspettando L’Alba
“Cantata da Drigo e divisa in due, tanto musicalmente che emotivamente. Parte con un tempo vuoto, che si evolve poi in una parte elettrica, all’interno della quale convivono anche sfumature flamenche e samba. Scritta per l’emergenza di elaborare e dare un senso all’addio nei confronti delle persone che si sono amate. Un pensiero per chi si sta vivendo un addio”