Le trasformazioni di David Bowie hanno fatto scuola, tanto che in qualche modo la sua carriera, ma anche la sua stessa vita, può essere raccontata attraverso le trasformazioni che il Duca Bianco mise in atto nel corso della propria carriera. Un processo iniziato alla metà degli anni settanta e, di fatto, conclusosi solo con la morte. Abbiamo provato ad elencarne le principali.
Mod
Indeciso sulla direzione artistica a lui più congeniale, ma convinto di non avere altro futuro se non in ambito musicale, Bowie inizia a cimentarsi con la recitazione e gli stili musicali più in voga nella Londra di metà anni sessanta. Dopo aver sperimentato più vie, David pubblica una serie di singoli con l’etichetta Pye Records, che manifestano l’infatuazione per sonorità (e look) assolutamente mod. Ascoltare per credere.
Folk singer
Ancora molto confuso sulla direzione artistica a lui più congeniale, Bowie viene influenzato moltissimo dall’arte di colleghi amici come Syd Barrett e, soprattutto, Marc Bolan. Il suo debutto discografico, nonostante fosse un misto delle sue influenze del periodo, si dimostra un tentativo riuscito a metà, ma presenta più di uno spunto molto interessante. La sensazione, insomma, è che il traguardo fosse molto vicino.
Major Tom
Insieme a Space Oddity, il suo primo effimero successo da classifica, nasce il primo vero personaggio di David: quello dell’astronauta Major Tom. Spedito nello spazio, il Maggiore farà ritorno più volte nella poetica di Bowie, ma non lo vedremo mai tornare sulla terra. Un po’ come lo stesso Bowie, che da lì a poco inizierà a volare sempre più alto.
Ziggy Stardust
Dopo la splendida parentesi di Hunky Dory, in cui tutti gli elementi della visione musicale di Bowie iniziarono a prendere una forma precisa, David concepì la figura che lo fece diventare una superstar: l’alieno Ziggy Stardust. La visione apocalittica dell’album The Rise And Fall Of Ziggy Stardust And The Spieders From Mars, unito al periodo storico di transizione tra due decenni e il carisma messianico di Bowie ne fecero un vero e proprio culto.
Alladin Sane
Definito dallo stesso David “Ziggy in America”, il suo nuovo personaggio, innanzitutto, giocava con le parole. Alladin Sane stava infatti per A Lad Insane, titolo che ben spiegava la deriva psicologica del suo autore, ma sostanzialmente non era altro che il seguito americano del disco precedente. Affinché la spirale di identificazione paranoica con il personaggio venuto dallo spazio non lo portasse alla follia, Bowie lo uccise pubblicamente alla fine di un tour mondiale estenuante.
Halloween Jack
Sempre più ambizioso e consapevole della propria statura artistica, Bowie concepisce prima una mega rappresentazione dell’epopea di Ziggy e poi un imponente progetto basato su 1984 di George Orwell. Entrambi fallirono, ma dalle ceneri di quest’ultimo nacquero Diamond Dogs e la sua nuova impersonificazione: l’inquietante Halloween Jack, definito dallo stesso artista come “uno tipo strafigo che vive nella decadente Hunger City”
Thin White Duke
Dopo una virata sensazionale nel soul con Young Americans, Bowie rientra in una spirale paranoide alimentata pesantemente dall’abuso sconsiderato di cocaina. Come racconterà più volte negli anni, in quel periodo rischiò molte volte l’overdose, ma il risultato musicale di quella follia fu Station To Station e un nuovo, algido e ariano personaggio, influenzato dalle teorie di Aleister Crowley e dal terzo Reich: il Sottile Duca Bianco. L’uomo Che Cadde Sulla Terra ne fu la sua messa in scena più perfetta e fotogrammi della pellicola divennero le copertine tanto di Station To Station che del successivo Low.
Pierrot
Sorta di summa e chiusura ideale dei suoi convulsi anni settanta, Scary Monsters (And Super Creeps) portò in dote anche un nuovo alter ego, una sorta di clown triste, un pierrot che ricordava a tutti i suoi trascorsi teatrali e ne riconfermava l’influenza sulla cultura e le mode del ventesimo secolo nonché su un’infinità di band che, da lì a breve, avrebbero colonizzato il mercato. Tornava anche Major Tom, ormai un tossico senza speranza di ritorno, perso nei propri deliri prima ancora che nello spazio.
Pop Idol
Spiazzando tutti, nei primi anni ottanta Bowie cercò deliberatamente di passare dall’artista di culto in cui soprattutto gli anni berlinesi lo avevano trasformato, in intrattenitore delle masse. Ci riuscì clamorosamente chiamando alla sua corte Nile Rodgers degli Chic e confezionando un album completamente votato alla classifica. Il suo look, biondo platino e vestito alla moda, si muoveva sulle stesse coordinate. Fu il suo album più venduto.
Jareth, Re dei Goblin
Nel pieno di una crisi creativa che non aveva precedenti nel corso della sua carriera, Bowie accettò il ruolo di re dei Goblin in Labyrinth, il film fantastico di Jim Henson del 1986. Quella parte, che sembrava letteralmente cucita addosso al suo personaggio, gli restituì visibilità e un minimo di vena creativa: i brani della colonna sonora erano senza dubbio i più bowieani che avesse composto da diverso tempo.
Alternative rocker
Per ritrovare una vena che il fallimentare Never Let Me Down aveva confermato impietosamente essere svanita nel nulla, Bowie tentò una carta che non si giocava dai tempi degli Spiders From Mars: mettere in piedi un vero e proprio gruppo e non circondarsi di semplici turnisti. Infatuato dalle sonorità dei Pixies e del nuovo rock americano, Bowie seguì una strada fatta di liriche al vetriolo e musica pestata, dando vita ai Tin Machine. Non tutti lo capirono.
Industrial rocker
Con un colpo di coda che in pochi credevano possibile, Bowie riuscì a reinventarsi nuovamente a metà anni novanta. Captando come negli settanta le sonorità più innovative e stimolanti intorno a sé, si cimentò in un ambito che, di fatto, doveva moltissimo alla sua produzione berlinese. Proprio mentre gente come Trent Reznor e Marilyn Manson ne glorificavano la figura, Bowie si metteva a combattere sul loro campo.
Lazarus
Dopo ritorni sensazionali, ripetuti addii e dopo aver assunto definitivamente l’alone di guru per chiunque si fosse messo a fare musica nei precedenti trent’anni, nel suo ultimo album Bowie tornò ad indossare panni che non fossero (del tutto) i propri. Oltre ai rimandi a Major Tom (probabilmente l’astronauta morto nel video di Blackstar), l’ultima figura portata sullo schermo nella sua vita è quella di Lazarus, che dava il titolo anche al musical che portava avanti la storia di Thomas Jerome Newton, protagonista de L’uomo Che Cadde Sulla Terra. Quasi a chiudere un vero e proprio cerchio.