Il 2016 è un anno molto significativo per i fan dei Queen e della storia della musica in generale. Nel giro di pochi mesi, infatti, in ogni parte del mondo si celebreranno due date molto importanti legate alla band inglese. Oggi, 5 settembre, Freddie Mercury avrebbe compiuto settantanni, un traguardo per il quale la stampa lo avrebbe messo sicuramente in competizione con altri celebri colleghi che quel traguardo sono riusciti a raggiungerlo. In effetti, per noi che da allora viviamo di immagini di repertorio, è davvero difficile immaginare oggi Mercury. Di certo siamo sicuri di una cosa: anche se è difficile immaginarselo ancora a correre su e giù da un palco (anche se le esibizioni di Mick Jagger sono lì a confutarmi), probabilmente Freddie non avrebbe perso il suo umorismo e quella capacità di scrivere grandi inni generazionali, magari per la sua di generazione, chi lo sa. A novembre poi, saranno bene venticinque anni che il frontman non è più su questa terra. Il tempo passa, i suoi compagni continuano a portare avanti un nome che per alcuni sa di oltraggio e per altri di genuino omaggio, ma il nome dei Queen non smetterà mai di far parlare e, inevitabilmente, discutere.
Per molti versi, a tanti anni dalla morte, la situazione non è cambiata: colleghi e fan continuano a riconoscere il peso che la band ha avuto e continua ad avere sulla cultura popolare mondiale, ma la critica (che da oggi salirà sul carro delle celebrazioni) non ha mai smesso di considerare i Queen come una sorta corpo estraneo nella storia della musica. Difficile leggerne il nome nelle classifiche stilate dalla riviste più prestigiose del mondo (anche se negli ultimi anni la situazione inizia a cambiare in modo considerevole). Brian May, uno degli ultimi innovatori dello strumento, spesso non compare nemmeno nella top 50 delle suddette classificazioni, anche se, ad onor del vero, Freddie è spesso in prima posizione in quelle che parlano di animali da palcoscenico.
Perché allora non parlare dei Queen come si fa degli Stones, degli Who o dei Led Zeppelin per esempio? Spesso chi dichiara di ascoltare i Queen viene trattato come superficiale o grossolano da un certo tipo di fruitore (e critico) musicale, senza pensare che personaggi fondamentali per il mondo “alternativo” come Kurt Cobain abbiano passato anni ad ascoltare album come “Queen II” o “News Of The World”. Gli articoli sulla band parlano sempre di “Radio Ga Ga”, “Bohemian Rhapsody”, di Wembley o degli scandali sessuali intorno alla figura di Freddie, ma mai della caratura di un gruppo in grado di diventare il più collezionato della storia e di portare tutti i suoi membri a comporre brani da primo posto in classifica in qualche classifica del mondo (John, Paul, George e Ringo non ci riuscirono…). Succederà oggi, magari il 24 novembre, poi tutto tornerà come prima. Viene da pensare che la figura di Farrokh Bulsara resti ancora ammantata da quell’alone di stupidità ed ignoranza che lo accompagnò per tutta la vita (privata e non) e che verrà sempre giudicato per i propri gusti sessuali e non per la splendida persona e l’artista inarrivabile che era. A meno che non ci sia un anniversario da sfruttare.