Lo ammetto, non credevo possibile che Zakk Wylde sarebbe riuscito a ripetere il miracolo avvenuto nel 1996, ai tempi del proprio album solista di debutto. Invece, un’operazione che sembrava nata solo per rinverdire un po’ il mito del chitarrista americano si è trasformato in uno degli album migliori di questo 2016. Sì perché il buon Zakk non solo è riuscito nuovamente a ricreare quella magia che decretò il successo del primo volume, ma, francamente, è stato persino in grado di superarsi. Già alcuni album recenti dei Black Label Society avevano ricordato a tutti l’amore di Wylde per certe sonorità, ma niente come questo disco era mai riuscito ad omaggiare in questo modo gli idoli della sua gioventù. Neil Young, Lynyrd Skynyrd, Bruce Springsteen, ma anche l’Ozzy più drammatico e malinconico: tutto convive felicemente in Book Of Shadows II. Malinconia è forse il termine che più viene alla mente ripensando alle tracce del disco, anche se il sentimento è sempre accompagnato da una sorta di voglia di non soccombere alle difficoltà della vita. Chi ama Zakk Wylde, troverà in questo disco l’apice della carriera dell’ex chitarrista di Ozzy, chi invece ama solo i suoi episodi più smaccatamente metal, potrà scoprire qualcosa in grado di cambiare per sempre l’immagine che aveva del guitar hero.
Zakk Wylde – Book Of Shadows II
28 Maggio 2016
Dischi
Giornalista musicale con esperienza decennale, Luca Garrò scrive o ha scritto per alcune delle riviste musicali più note del nostro paese, da Rolling Stone a Jam, passando per Rockstar, Rocksound, Onstage e Classic Rock, oltre ad essere uno dei fondatori del magazine online Outune.net. Appassionato di classic rock fin dall'infanzia, ha scritto centinaia di articoli sugli argomenti più disparati, tre libri per Hoepli (Freddie Mercury, David Bowie e Jimmy Page & Robert Plant) e sta curando una biografia su Brian May per Tsunami. Per cinque anni è stato tra i curatori del Dizionario del Pop Rock Zanichelli.
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