Non sarà la location più economica del nostro paese, è vero, ma oggi come oggi è davvero difficile immaginare un luogo più adatto degli Arcimboldi per eventi di questa caratura. Il concerto di Elton John, nuovamente di passaggio insieme all’immenso Ray Cooper, non fa che confermare questa sensazione: tre ore di perfezione sonora assoluta in compagnia di due dei musicisti più importanti della storia della musica contemporanea. Rimango convinto che vedere Elton accompagnato solo dal proprio pianoforte resti un’esperienza senza paragoni, di quelle che chiunque ami la musica popolare dovrebbe prima o poi provare e la vicinanza di Cooper, a tratti il vero protagonista della scena, non ha fatto altro che aggiungere magia alla magia. Un brutto infortunio ha costretto l’autore di “Your Song” a zoppicare per tutta la serata, ma questo non gli ha impedito di incantare un teatro stracolmo con tre ore di musica senza un minuto di sosta. Le hit si sono susseguite senza sosta, dalla già citata “Your Song” a “Saturday Night’s Alright For Fighting”, passando per “Bennie And The Jets” e “Funeral For A Friend”, con l’esclusione di alcune, probabilmente più indicate per altri contesti (penso a “Crocodile Rock”, per esempio). Nel corso della serata c’è spazio anche per qualcosa di nuovo, visto che l’album con Leon Russell è alle porte e la voglia di farci sentire qualcosa di nuovo è molta: ecco allora, dopo una piccola presentazione, l’esecuzione di “Gone To Shiloh”, brano splendido che sull’album vede la presenza di Neil Young, in uno dei duetti più attesi dell’anno. Alla fine del concerto, prima degli immancabili bis, uno spossato Elton John ha passato un quarto d’ora ad autografare ogni cosa gli venisse allungata sul palco, cosa che poche volte mi è capitato di vedere in concerti di tale importanza. E dire che molti continuano a vederlo come la classica rockstar imbolsita e piena di sé…
Elton John (With Ray Cooper) – Teatro Degli Arcimboldi – 17/09/2010
20 Settembre 2010
Concerti
Giornalista musicale con esperienza decennale, Luca Garrò scrive o ha scritto per alcune delle riviste musicali più note del nostro paese, da Rolling Stone a Jam, passando per Rockstar, Rocksound, Onstage e Classic Rock, oltre ad essere uno dei fondatori del magazine online Outune.net. Appassionato di classic rock fin dall'infanzia, ha scritto centinaia di articoli sugli argomenti più disparati, tre libri per Hoepli (Freddie Mercury, David Bowie e Jimmy Page & Robert Plant) e sta curando una biografia su Brian May per Tsunami. Per cinque anni è stato tra i curatori del Dizionario del Pop Rock Zanichelli.
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