Intervista a Elektra Nicotra

Il 29 ottobre è uscito il secondo singolo della cantautrice siciliana Elektra Nicotra, Salih. Seguendo una narrazione intensa e ricca di significati, ci porta nel suo mondo onirico tra boschi segreti, personaggi surreali e storie da raccontare e in cui ritrovarci e riflettere su ciò che possiamo essere. Abbiamo parlato con lei del suo prossimo concept album perdendoci tra estetica barocca, lingua siciliana e suoni che vengono da lontano, guardando al futuro e alla sua prossima partecipazione a Casa Sanremo Live Box.

Questo è il secondo singolo del tuo primo album in siciliano: come sei arrivata a questo percorso provenendo da un’origine musicale diversa? Cosa ti ha portato a voler realizzare un album nella tua lingua d’origine?

Ero alla ricerca di nuovi suoni nella mia voce e cambiare lingua può essere molto utile. Quando canto in inglese la mia voce è prettamente blues, con il siciliano riesco a modularla in modo diverso e questo mi è sembrato un punto di partenza molto interessante. Inoltre il dialetto siciliano è molto arcaico, misterioso… sono elementi che mi intrigano sempre tantissimo.

Com’è nato il desiderio di andare verso un concept album di questo genere? Da dove trai ispirazione? Perché il sogno e i tarocchi? Come la narrazione si sposa con la realizzazione in musica?


Faccio sempre sogni molto vividi, strani ed articolati. Come fossero piccoli cortometraggi. Ne ho spesso un ricordo vivido e molti di questi sogni mi colpiscono profondamente, riescono anche ad influenzare l’andamento della mia giornata. Per questo motivo ho deciso di appuntarne alcuni e trasformarli in musica. Un sogno inquietante, richiede sonorità cupe, bassi profondi. In un brano ho replicato con dei synth il rumore delle onde del mare, riprendendo un altro sogno. Questi pezzi nascono così, come se stessi scrivendo la colonna sonora di un film. Sono le immagini a suggerire un paesaggio sonoro.

Cosa deve esserci in modo imprescindibile nei tuoi pezzi? Mi riferisco all’aspetto musicale.


Oltre alla voce, naturalmente, in tutti i miei brani è sempre presente la chitarra. È lo strumento che preferisco, non ne faccio mai a meno. Credo che quando un brano è bello da ascoltare anche solo con chitarra e voce, allora sai per certo che funziona.

Parlaci della tua esperienza alla regia: come sei arrivata alla creazione video, pur essendo in qualche modo distante dal brano?

Anche la trama del videoclip proviene da un sogno che ho fatto, seppur meno vivido degli altri. Questo mi ha dato modo di sviluppare i personaggi e creare una scenografia partendo dal sogno ma senza esserne troppo influenzata. Sogno di frequente boschi arredati come fossero case, abitati da personaggi stravaganti. Ho spesso tradotto questo immaginario in collage artwork che espongo periodicamente, stavolta l’ho trasformato in un set ed è stato magico: stavo camminando dentro uno dei miei quadri, ero sveglia dentro uno dei miei sogni.

Quanto conta l’estetica nella tua rappresentazione? Mi riferisco al video, vedi la scelta dei costumi e l’ambientazione, ma anche al lavoro per esempio che hai realizzato per le copertine.


Quanto conta? Tantissimo! Sono laureata in moda e lavoro in questo settore da anni, così come nella grafica. La musica e la moda vanno a braccetto, si influenzano a vicenda e l’una richiede l’altra spasmodicamente. Vorrei che l’esperienza dello spettatore fosse quanto più immersiva possibile: non voglio solo proporre musica, ma anche uno scenario, una sorta di mondo parallelo ed immaginario, dove esiste solo bellezza, luce e coscienza. Nel passato questo è stato fatto, per fare un esempio, dai Pink Floyd: le loro immagini oniriche, indimenticabili, ti trascinano in un altro pianeta, nel loro pianeta. Questo è ciò che vorrei cercare di fare. Troppo ambizioso? Ci voglio comunque provare

Il concept album che uscirà nel 2022 è composto da 9 sogni: Ogni tuo brano è una storia, come Salih che ci porti nella dimensione racconto. Che messaggio c’è per te in questa visione onirica?


Nel mio piccolo credo di voler comunicare che dovremmo prestare più attenzione a ciò che sognamo. Non parlo solo delle teorie di Freud, ormai “superate” se vogliamo. Dovremmo chiederci come mai il nostro subconscio ci presenti determinate situazioni e quanto queste possano aiutarci a capire la nostra vita. Dovremmo domandarci come mai abbiamo agito in un determinato modo, anche se distante da ciò che faremmo da “svegli”. Dovremmo provare a prendere possesso del sogno, i cosiddetti sogni lucidi, e vedere per quanto tempo riusciamo a “resistere”. Poi prendere quella capacità ed iniziare a gestire la nostra vita nel medesimo modo, diventando noi stessi i creatori dell’universo in cui ci muoviamo. Non sarebbe fantastico? Passiamo metà del nostro tempo sognando, a qualcosa dovrà pur servire.

Parteciperai a Casa Sanremo Live Box: quanto conta questa esperienza per te e come vuoi condurre la tua crescita musicale? Parteciperesti a un talent o pensi non sia necessariamente l’unica strada possibile?

Sono molto contenta di essere stata invitata a Casa Sanremo Live Box e sono certa che sarà un’esperienza stimolante e nuova per me. Ho grande rispetto per chi sceglie la strada del talent, tuttavia non è un percorso che sono interessata ad intraprendere e non penso sia l’unica via anche se all’apparenza potrebbe sembrare così.