“Faulkner aveva il Sud, Joyce Dublino. Io ho New York, e i suoi paraggi”.
Esce in edicola a febbraio il numero di Linus dedicato a Lou Reed, la narrazione della sua poetica, il suo legame a doppio filo con New York che hanno reso la sua musica immortale. L’unione con l’arte e la letteratura, ma soprattutto il racconto degli ultimi e di chi viveva eternamente ai confini.
Un ritratto di chi ha cantato il lato selvaggio e crudo dell’America fatto di articoli, fumetti e tante illustrazioni. Lo ritrae Grazia La Padula nella splendida copertina con gli immancabili occhiali da sole, mentre Charles Burns gli dedica l’apertura e la chiusura dell’inserto, che raccoglie gli articoli di Tiziana Lo Porto, che ci parla del grande romanzo americano rock, del nostro Giuseppe Sansonna, che ripercorre il rapporto di Reed con il cinema, e di Riccardo Bertoncelli che svela i suoi segreti musicali. Il grande fotografo Guido Harari racconta i suoi incontri con il cantante americano, Adriano Ercolani sviscera i suoi legami segreti con la spiritualità e il simbolismo, Isidoro Duca ci guida nell’ascolto del controverso “Metal Machine Music”.
Il racconto del maestro americano Hubert Selby, Jr. («Un grido in cerca di una bocca»: così definiva Hubert Selby Jr. il suo Last Exit to Brooklyn in un’intervista a Lou Reed del 1989) ci mostra le radici della poetica reediana.
Ad accompagnarci nel suo universo, tanti fumetti firmati da Paolo Bacilieri, mentre Sergio Algozzino ripercorre la nascita dei Velvet Underground e una collaborazione artistica che cambierà per sempre la storia della musica.
Massimo Giacon rilegge a modo suo gli esordi di Lou Reed nei leggendari Velvet Underground sotto la guida di Andy Warhol. Danilo Maramotti e la celebre intervista a fumetti punk realizzata da John Holmstrom, mentre tratteggiano la sua immagine le illustrazioni firmate da Giorgio Carpinteri, José Muñoz e Michele Peroncini.
Take a walk on the wild side!