Arriva in questo periodo di commemorazione del centenario della fine della Grande Guerra il nuovo brano di Nik Valente, nato e cresciuto ad Asiago che, proprio dal profondo legame con il suo territorio, ha preso ispirazione per scrivere: “Passerà”, in uscita il 7 dicembre, in contemporanea con il video.
E’ questo il titolo della canzone che, pur anticipando l’album in uscita all’inizio del 2019, esplora il territorio della guerra, tema molto caro all’artista, nato e tutt’ora residente sull’Altopiano dei 7 comuni, teatro principale della Grande Guerra.
Suoni energici e potenti, trascinati da una chitarra elettrica cattiva e sprezzante, a sottolineare la durezza dell’argomento, che nel testo appare esplicito e diretto. Si parla di guerra, tema che tocca le corde profonde dell’animo umano e coinvolge l’artista direttamente, dato il forte attaccamento alla sua terra, luogo delle più terribili vergogne della Prima Guerra Mondiale 1915-18.
Nik rimane colpito dal film “Torneranno i prati” del grande maestro Ermanno Olmi, pellicola interamente girata su quelle montagne. Da lì l’ispirazione per una canzone che racconta una notte in trincea, ma che tragicamente ci riporta col pensiero e con il cuore anche ai tristi avvenimenti più recenti, una chiave di lettura volutamente sottolineata nel videoclip ufficiale.
“…sono cresciuto giocando nei boschi, costruendo case sugli alberi e saltando le trincee. – racconta Nik – E’ un simbolo della mia terra, una firma che la guerra prova ancora a lasciare, ma che la natura si sta portando via, forse perché si vergogna di noi e di quello che siamo capaci di fare.”
Il video di PASSERA’, diretto da Massimo Toniato e girato nelle trincee del monte Zebio, zona dell’Altopiano di Asiago protagonista della Grande guerra, cerca attraverso l’uso di immagini evocative di sensibilizzare lo spettatore su uno dei capitoli più drammatici della nostra storia e al tempo stesso di far riflettere sugli eventi attuali e sulla fortuna di vivere in un Paese di pace.
L’artista, protagonista del video, vive le emozioni del soldato che ha calpestato la stessa terra 100 anni prima, una terra che rimanda ancora oggi echi di disperazione e terrore. Ad arricchire la canzone una serie di fotografie sviluppate in 3d riportano di colpo al presente sottolineando che nulla è cambiato, anche se il soldato cantava “Passa si, passa e tutto passerà”.
E poi diciamolo: un brano fortemente antimilitarista sotto Natale riporta subito alla mente John Lennon…