Onestamente, i primi due singoli scelti per presentare il nuovo album dei Red Hot Chili Peppers non mi avevano convinto appieno. Ne avevo apprezzato le differenze rispetto al passato, che anticipavano un certo cambio di rotta, forse aiutato dall’arrivo di Danger Mouse alla produzione, ma non riuscivano a rimanermi in testa. Ascoltare The Getaway nella sua interezza, invece, aiuta a comprendere meglio quella scelta e, allo stesso tempo, lascia pensare ad una band vogliosa di dimostrare di non essere rimasta ferma ai tempi di Californication. Capiamoci, gli elementi cardine della musica della band sono ancora tutti presenti, ma questa volta la voglia di rinnovarsi per davvero ha avuto la meglio su tutto il resto. Cinque anni tra un album e il successivo non potevano non portare alcuna variazione tra due dischi così differenti tra I’m With You e quello che ci troviamo tra le mani. I toni più malinconici del gruppo tendono ad uscire con più insistenza e, nonostante Chad Smith continui a pestare come un dannato sulle pelli, la band pare meno in vena di cazzate e più matura. L. A. non è certo sparita dai radar di Kiedis e soci, come dimostra perfettamente un brano come Sick Love, ma è la presenza di brani come We Turn Red e, soprattutto, la conclusiva Dreams Of A Samurai a spiazzare il fan di vecchia data. Insomma, chi non li sopportava prima molto probabilmente continuerà a farlo, per tutti gli altri The Getaway sarà una piacevole sorpresa. Oltre che l’occasione di tornare presto dal vivo in giro per il mondo.
Red Hot Chili Peppers – The Gataway
6 Luglio 2016
Dischi
Giornalista musicale con esperienza decennale, Luca Garrò scrive o ha scritto per alcune delle riviste musicali più note del nostro paese, da Rolling Stone a Jam, passando per Rockstar, Rocksound, Onstage e Classic Rock, oltre ad essere uno dei fondatori del magazine online Outune.net. Appassionato di classic rock fin dall'infanzia, ha scritto centinaia di articoli sugli argomenti più disparati, tre libri per Hoepli (Freddie Mercury, David Bowie e Jimmy Page & Robert Plant) e sta curando una biografia su Brian May per Tsunami. Per cinque anni è stato tra i curatori del Dizionario del Pop Rock Zanichelli.
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