Un progetto nato in modo spontaneo, senza essere programmato e, molto probabilmente, senza un futuro: questa la descrizione migliore dell’inaspettato tour italiano dei BGH. Questo non perché la sezione ritmica e la chitarra solista del gruppo di Vasco Rossi non stiano bene insieme, ma perché i troppi impegni di tutti e tre, ad oggi, impediscono qualsiasi tipo di programmazione. Detto ciò, le date che li stanno vedendo protagonisti in dieci città del nostro Paese, assumono ancora maggiormente la connotazione dell’evento assoluto. Dopo il debutto pugliese, i tre si sono spostati dunque a Gubbio, una delle cittadine più belle dell’Umbria e, probabilmente, di tutto il centro Italia. Alle 23 in punto, al momento dell’uscita della band sul palco, la piazza è gremita e trepidante, pronta a ricevere tutta la scarica rock ‘n’ roll che questo inedito power trio sta per regalargli. Nemmeno a dirlo, l’amore di Burns per la musica di Jimi Hendrix ha possibilità di venire fuori in tutto il suo splendore in una band che sembra creata apposta per far rivivere proprio le sonorità della fine degli anni sessanta. Se le canzoni di Hendrix restano il perno della serata (ne viene suonata una ogni due pezzi), non mancano le sorprese, come una splendida versione di Hey Stupid di Alice Cooper (andatevi a risentire lo stesso Stef sulla versione da studio) o la totalmente inattesa Paranoid. La band è eccezionale, anche quando capita che i tre musicisti suonino un po’ ognuno per conto proprio: cose che capitano quando i progetti sono davvero improvvisati e non figli della voglia di approfittare del prestigio dato dall’essere le tre colonne portanti della band di Vasco. Qui parliamo di tre dei musicisti migliori in giro per il nostro paese in questo momento, che ridono e si divertono come se non ci fosse un domani. Tutto il resto, viene proprio da dirlo, è pura noia.
Burns, Golinelli e Hunt Infiammano Gubbio
3 Luglio 2016
Concerti
Giornalista musicale con esperienza decennale, Luca Garrò scrive o ha scritto per alcune delle riviste musicali più note del nostro paese, da Rolling Stone a Jam, passando per Rockstar, Rocksound, Onstage e Classic Rock, oltre ad essere uno dei fondatori del magazine online Outune.net. Appassionato di classic rock fin dall'infanzia, ha scritto centinaia di articoli sugli argomenti più disparati, tre libri per Hoepli (Freddie Mercury, David Bowie e Jimmy Page & Robert Plant) e sta curando una biografia su Brian May per Tsunami. Per cinque anni è stato tra i curatori del Dizionario del Pop Rock Zanichelli.
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