Il testo di “The Mud Shark” fa riferimento al discusso episodio cui un’infinità di libri rock, compresa la celeberrima biografia dei Led Zeppelin “Il Martello Degli Dei” di Stephen Davis, hanno fatto riferimento fin dalla fine dei seventies. Secondo la leggenda, più volte modificata ma mai smentita dai protagonisti stessi, durante uno dei loro lunghissimi tour, alcuni membri dei Led Zeppelin, dei Vanilla Fudge e delle rispettive crew amavano sollazzarsi in compagnia di diverse groupie. Sostanzialmente nulla di strano ed in totale coerenza con l’iconografia classica della star anni ’70, non fosse altro che lo scenario in cui si svolsero i fatti fosse molto particolare. Il tutto ebbe luogo infatti a Seattle, in un hotel situato su un’enorme molo, che permetteva di poter pescare direttamente lanciando le proprie lenze dalle finestre. Tuttavia, la cosa che fece entrare nella leggenda l’accaduto fu l’utilizzo fatto dei pesci pescati, per alcuni degli squali, per altri dei semplici dentici. Ad ogni modo, quello della categoria di pesci resta l’aspetto meno interessante e pruriginoso dell’intera faccenda…
Insomma, i pesci in questione non vennero utilizzati per i classici scopi culinari, ma come innovativi sex toys. Se le groupies coinvolte nei giochi abbiano apprezzato o meno la simpatica variante, ad oggi, non è ancora ben chiaro. L’unica cosa certa di tutto l’accaduto fu che Frank Zappa, sempre attento a tutto ciò che riguardasse sesso e decadenza nel mondo del rock, non perse tempo e ne tirò fuori una canzone che, per lungo tempo, accompagnò le sue esibizioni dal vivo. Frank aveva addirittura creato una vera e propria danza legata al brano e in diversi bootleg è possibile sentire il chitarrista insegnarla al divertito pubblico pagante. Musicalmente parlando, si trattava di puro e semplice divertimento, necessario a portare un po’ di quella sana goliardia utile a far staccare un po’ il pubblico tra una stoccata contro Nixon e una contro i sindacati. Insomma, quando il chitarrista capiva che fosse necessaria un di un po’ di leggerezza in mezzo ad argomenti di ben altra caratura. Le recenti dichiarazioni di Carmine Appice, batterista dei Vanilla Fudge e testimone degli strani giochi sessuali di quella sera, sembrano confermare tutte le dicerie circa le serate in compagnia dei Led Zeppelin: “Con loro non potevi pensare di passare una serata sul molo a guardare l’orizzonte, riuscivano ad essere lascivi in qualsiasi circostanza, anche quelle da cui sembrava impossibile tirare fuori cose del genere”.