A distanza di un anno dalla pubblicazione di The Best Of Foreigner 4 And More, in casa Foreigner è ancora tempo di celebrazioni. La band di Mick Jones è al lavoro su nuovi brani, ma il chitarrista ha ancora voglia di parlare della storia del gruppo e del proprio album più celebre, celebrato qualche anno dopo il suo trentesimo anniversario. Ecco cosa è nato da quella chiacchierata…
Mick, i fan si aspettavano qualche anno fa un tributo come questo a 4: come mai non pubblicarlo proprio in occasione del suo trentesimo anniversario?
“In realtà anche noi avevamo intenzione di pubblicare un omaggio di questo tipo qualche anno fa, ma detto molto francamente non ne abbiamo mai trovato il tempo. Per una band in attività come la nostra non è affatto facile curare riedizioni o versioni ampliate di album storici. Se noti è una cosa che riesce molto meglio nel caso di gruppi non più in vita, perché è l’occasione per etichette e membri del gruppo di fare qualche soldo extra senza troppi sbattimenti. Per 4 volevo fare qualcosa di diverso: non mi andava di rimettere in commercio la solita versione deluxe con qualche bonus track che, diciamoci la verità, spesso è un mero sinonimo di scarto…”
La questione però è annosa: per alcuni incidere di nuovo brani storici con una formazione diversa è un rischio enorme. Non temi critiche?
“La questione va ribaltata: le critiche sono sicuro che arriveranno, è inevitabile, ma non le temo. Vivo da abbastanza anni in questo mondo e se non avessi imparato a gestire bene le mie emozioni sarei durato pochissimo tempo in un settore pieno di pescecani come il nostro. Fortunatamente i Foreigner hanno acquisito così tanta stima e rispetto da non dover temere grossi scossoni: il tempo delle delusioni, per altro, è già passato da diversi anni. Detto ciò, comprendo perfettamente cosa intendi dire. La gente si lega indissolubilmente a certe cose ed è normale che possa prendere un lavoro come questo con un po’ di diffidenza, per questo dico loro le canzoni di questo album non vogliono assolutamente rivaleggiare con le versioni originali, ma rappresentarne un piccolo omaggio.”
Tempo fa anche Axl Rose parlò di una nuova versione di Appetite For Distruction e recentemente Dave Grohl ha ammesso di voler risuonare Foo Fighters. Ma le nuove idee?
“Parlando per me, le nuove idee ci sono e altre ne stanno nascendo con grande velocità: questo è solo un progetto che rimandavamo da tempo e che volevamo comunque portare a termine. In origine avremmo voluto risuonare tutto 4, come si evince anche dalla copertina, ma essendo passati anni dall’anniversario vero e proprio abbiamo pensato fosse meglio registrare altri nostri brani storici. Per i due casi che mi fai, penso si parli di cose differenti: nel caso di Grohl, l’idea nasceva dal fatto che il primo album fosse stato suonato tutto da lui e non dalla band, mentre per Axl…Be’ tutto quello che dice potrebbe essere pronto da anni o registrato tra altri quindici (ride, ndr)!”
Altre band ultimamente invece tendono a recuperare materiale inedito dagli archivi: penso a Pink Floyd e Queen…Mai pensato a un’operazione di questo tipo?
“Onestamente, come accennavo prima, credo che molto spesso operazioni di quel genere siano un modo molto semplice di recuperare qualche vecchio brano, modernizzarlo e andare a caccia di qualche soldino facile contando sull’amore smisurato della gente. Posto che se lo facessi io non potrei avvicinarmi ai risultati di vendita delle band che citi, non lo farei se non nel caso di qualcosa di davvero eclatante e con una forma ben precisa, come mi pare di aver capito nel caso dei Pink Floyd. In ogni caso non ne faccio un discorso per partito preso, non sono tra quelli che pensano che un brano sia bello o brutto solo leggendo quando è stato composto o perché mi chiedo il motivo di una non pubblicazione precedente. Da musicista so che così tante cose nascono e muoiono in una settimana che è facile aver dimenticato per strada qualcosa.”
Visto il recente riavvicinamento con Lou Gramm, non pensi che qualcuno possa leggere questa uscita come la chiusura di un cerchio con Kelly Hansen?
“Ognuno è libero di leggerci quello che vuole, tanto è così che funzionano queste cose e probabilmente è anche uno dei grandi trucchi del music business. È vero, io e Lou ci siamo riavvicinati e probabilmente registreremo qualcosa insieme nel corso del prossimo anno, ma come ho già avuto modo di dire, ciò non significa che Lou tornerà nella band. Sarà un progetto a sé stante che non avrà nulla a che vedere col gruppo. So che farà davvero piacere a molti rivedermi al suo fianco, così come lo fa a me già il pensiero, ma ho un rapporto splendido con Kelly, la gente lo ama davvero e non ho alcuna intenzione di rovinare l’idillio in cui si trovano oggi i Foreigner. Nessuno mi porti rancore per queste parole, godiamoci semplicemente quello che il futuro vorrà riservarci.”
In effetti basta vedervi dal vivo per capire quanto la gente si sia affezionata a lui e il suo lavoro sulle nuove versioni resta encomiabile. Ha avuto qualche timore reverenziale?
“Credo fosse impossibile non averne vista la portata dell’album. Forse non se lo ricordano in molti, ma 4 ha mantenuto la testa delle classifiche di Billboard più di qualsiasi altro album dell’Atlantic Records e se pensi che band come Ac/Dc e Led Zeppelin ne fanno parte, be’ credo che un brivido lungo la schiena non possa non venirti. L’unica cosa da fare è non pensarci, altrimenti rischi di rimanere bloccato senza riuscire più a fare niente. Kelly è una persona davvero umile e quello è il tratto che mi fece capire che avevamo trovato la persona giusta, molto più dell’aspetto musicale in sé e per sé. La prima volta che si cimentò nell’interpretazione di alcuni dei nostri brani più celebri si vedeva in lui tutto il rispetto per una storia di cui ancora non faceva parte, ma che l’aveva accompagnato negli anni.”
Quindi state scrivendo qualcosa di nuovo?
“Sì, diciamo che ho già tra le mani qualche riff di chitarra di cui sono molto soddisfatto e che Kelly ha apprezzato davvero. La band ora ha trovato un equilibrio davvero stabile, come non ricordavo da tempo immemore, quindi sono sicuro che il risultato sarà all’altezza delle nostra storia. Siamo sempre stati una buona live band, ma la prima parte della nostra carriera ci ha dato più soddisfazioni per via dei dischi da studio. Oggi è diverso, il mercato è completamente cambiato e il rischio è quello di non dare più alla gente nuova musica, che invece è importantissimo che ci sia. Non ti parlo dal punto di vista personale, ormai noi abbiamo ricevuto tutto quello che dovevamo ricevere, penso ad un mondo senza nuova musica e la cosa mi mette davvero i brividi.”
Con questo confermi quindi che migliaia di ragazzi continueranno ad innamorarsi grazie a nuovi brani dei Foreigner?
“Certamente, altrimenti il mondo come potrebbe andare avanti (ride, ndr)? Finché ce ne sarà bisogno ci sarà sempre una canzone dei Foreigner per ogni fase della propria vita: tanto il rock melodico che ci ha dato la fama mondiale, tanto i pezzi più tirati che ci hanno fatto lottare con band come Bad Company, Whitesnake e tanti altri. Siamo nati in un periodo storico ben preciso e continuiamo a portarci dentro quel fuoco che avevamo nella seconda metà degli anni settanta: inutile girarci troppo attorno, quando hai un certo imprinting ti rimane per sempre. Credo che la chiave sia sempre l’equilibrio e il bilanciare sonorità e tematiche: ci saranno brani per conquistare il proprio sogno amoroso e altri per muovere il culo quando i momenti si faranno più hot!”