Quando si pensa al cosiddetto glam metal, quello che nei primi anni ottanta mise le basi per un movimento che vide il suo massimo splendore commerciale nell’esplosione del fenomeno Guns ‘N’ Roses, spesso si dimentica di citare una band seminale come i Jetboy. Originaria di San Francisco, la band può senza dubbio essere annoverata tra le classiche promesse mai mantenute completamente, nonché tra quei gruppi che avrebbero meritato molto di più a livello di fama, ma che vengono considerati imprescindibili sia tra i fan del genere, che tra gli addetti ai lavori. Per stuzzicare la fantasia dei potenziali nuovi fan, abbiamo analizzato la loro discografia…
Feel The Shake (1988)
Anche se originari di San Francisco, è difficile mettere l’album di debutto dei Jetboy nello stereo senza pensare di trovarsi dinanzi alla classica band di Los Angeles della fine degli anni ’80. Il fenomeno hair metal è all’apice e la vicinanza con gruppi come i Poison è palese, ma bisogna andare più indietro nel tempo per trovarne le origini musicali: gli Hanoi Rocks di Sami Yaffa, senza dubbio, ma anche i New York Dolls e un certo hard rock americano del decennio precedente. Peccato per la produzione zuccherosa.
Damned Nation (1990)
Il secondo album dei Jetboy avrebbe potuto essere quello della svolta, quello del salto di qualità che in realtà non si realizzò mai. Gran parte della responsabilità va addossata alla MCA, che non fece nulla per promuovere un album che con un po’ di spinta avrebbe potuto competere con i grandi best seller dello stesso periodo. Pezzi come ‘Stomp It (Down To The Bricks)’ o ‘Heavy Chevy’ ancora oggi suonano come classici e, allo stesso tempo, grandi occasione perse. Da segnalare la presenza del sax di Michael Monroe su ‘Rock ‘N’ Roller’.
A Day In The Glamourous Life (1998)
I demo che compongono questo album risalgono al periodo successivo alla firma della band con la Elektra. I produttori chiusero il gruppo in studio per ventiquattro ore filate, invitando Finn e soci a registrare tutto il materiale a disposizione in quel periodo. Il risultato fu a tratti ottimo, a tratti da rivedere, ma in ogni caso bisognoso di una post produzione adeguata. Che non è presente nelle tracce in questione. In ogni caso, furono le ultime registrazioni prima della morte di Todd Crew.
Make Some More Noise (1999)
Pur non contenendo molte canzoni dal disco di debutto ‘Feel The Shake’, uno degli album più influenti dello street rock del periodo, questa irresistibile raccolta non può che far la gioia dei fan del gruppo e di tutto un genere. Pezzi come ‘Suicide Shakedown’ e ‘Let It Slide’ sono l’ennesima testimonianza del fatto che la band avesse fatta propria la lezione degli Aerosmith più di molte altre e non solo in fatto di droghe, Guns ‘N’ Roses compresi. Per completisti e neofiti, ma anche per stupire gli amici.
Lost & Found (1999)
Pur non avendo realizzato molti album, gli archivi dimostrano che i Jetboy fossero una band abbastanza prolifica e, in qualche modo, molto selettiva. Questa raccolta di rarità infatti sorprendente, soprattutto per la qualità media delle tracce presenti. Pur rimanendo un prodotto per die hard fan del gruppo, brani come ‘Little Teaser’, ‘In The Alley’ o lo splendido reading di Lemmy, da soli, valgono il prezzo del biglietto. Certo, prima di tutto bisogna essere bravi a scovare qualcuno che venda il disco…
One More For Rock N’ Roll (2001)
Il revival intorno alla band inizia a vedere segni pesanti di cedimento e questa raccolta un po’ raffazzonata di pezzi ritrovati nei vasti archivio ne è una testimonianza abbastanza schiacciante. Con la scusa di far capire ai più giovani chi fossero le band da ascoltare alla fine degli anni ottanta, vengono messi insieme demo, versioni rare o alternative di pezzi già noti che nulla aggiungono alla loro storia. Un album che regala un paio di perle, ma sostanzialmente solo per fanatici del periodo.
The Glam Years (2007)
Se volete capire per quale motivo, alla fine degli anni ottanta, i Jetboy fossero considerati la new best thing dello sleaze rock mondiale questa è la raccolta che fa per voi. Il combo cd più dvd rende bene l’idea del perché chi ascoltasse questo gruppo, che prendeva il nome da una canzone dei New York Dolls e vi univa sonorità che andavano dai Kiss agli Aerosmith, passando per i Van Halen, non potesse che gridare al miracolo. Pezzi storici, ma anche ottime demo e un documentario raccontato in prima persona. Da avere.
Off Your Rocker (2010)
Anche se solo un Ep, questo è il primo nuovo lavoro della band da vent’anni a questa parte. Sei pezzi, tre inediti e tre live, che fanno davvero ben sperare i fan, anche se, dopo un’attesa così lunga era lecito aspettarsi qualche brano in più. Al di là della freschezza composita, a sorprendere positivamente degli inediti è la produzione, finalmente scarna e in linea con le sonorità stradaiole del gruppo e non più pomposa come ai tempi dei primi album. Con gli Aerosmith sempre e comunque a illuminare la strada.