Ho impiegato quasi una settimana per comprendere davvero cosa fosse successo a Cesena durante il concerto dei Foo Fighters del 3 novembre scorso. E forse non ci sono ancora riuscito. È davvero difficile raccontare un concerto come quello del Carisport nello stesso modo in cui parli di tutti gli altri eventi musicali cui hai assistito nella vita, proprio perché non mi era mai capitato di partecipare ad un evento che coinvolgesse tutti i presenti in quella maniera. Ci sono persino alcuni, chiaramente non presenti alla serata, che riescono a vedere il gesto di Dave Grohl e compagni come una grandissima paraculata, fatta esclusivamente per l’enorme ritorno mediatico che inevitabilmente avrebbe caratterizzato tutta la faccenda. Pensare ciò non è solo riduttivo, ma è assolutamente ingiusto e scorretto, poiché bisogna essere poi in grado di dimostrare che la carriera dei Foo Fighters necessitasse di un evento del genere per subire un’impennata di qualche tipo. Posto che probabilmente il livello di popolarità della band non sia mai stato così alto (forse sono stati superati persino gli apici toccati nel 2011), è davvero stupido e sintomo di malafede totale vedere quella serata come una grande pubblicità a costo zero organizzata dal gruppo. La verità è che il concerto di Cesena è già storia della musica. E non solo di quella del nostro Paese. A Los Angeles, per intenderci, martedì non si parlava d’altro. Tutto questo per dire che una recensione del concerto classica , con il consueto elenco dei pezzi suonati e del coinvolgimento del pubblico farebbe diventare banale tutto quello che è successo e, francamente, non mi divertirei nemmeno nello scriverla. Molto più stimolante ripensare che il più grande gruppo live che la mia generazione abbia potuto vedere dal vivo sia stato capace di scrivere una pagina indelebile della propria storia in Italia e che l’abbia fatto per omaggiare una cosa che nessuno aveva mai fatto, in nessun angolo del mondo, per una band. Ho avuto la fortuna di assistere a quasi tutti gli eventi che hanno segnato la storia della musica dal vivo in Italia dai primi anni novanta ad oggi ma, se devo davvero essere sincero, credo di non aver mai assistito ad una cosa di questo tipo. Quindi, grazie Foo Fighters, ma soprattutto grazie Rockin’ 1000.