Come tutti i progetti in grado di coinvolgere nomi così altisonanti, quello degli Hollywood Vampires ha fatto parlare di sé per molti mesi prima della pubblicazione ufficiale. Ora che è giunto finalmente nei negozi, è il momento per una riflessione più approfondita. Chi sono innanzitutto questi Hollywood Vampires? Alice Cooper, mente dietro al progetto insieme a Johnny Depp e a Joe Perry degli Aerosmith, spiega che l’omonimo gruppo nacque all’inizio degli anni settanta allo storico Rainbow di Los Angeles. Pur essendo composta per lo più da musicisti di fama planetaria, la peculiarità della “setta” del Sunset Strip non era quella di produrre nuova musica o perdersi in infinite jam di super elite, ma sfasciarsi d’alcol fino a mattina. Premesso ciò, la lista dei nomi coinvolti e di quelli omaggiati nell’album assume tutto un altro significato, considerato il numero di beoni presenti nel debutto di questo supergruppo, primo su tutti il buon Alice. “Per entrare nel club, bastava bere più di tutti gli altri membri” – racconta lo stesso Cooper – “In una sera normale, avrei potuto farmi una passeggiata e trovare al Rainbow John Lennon, Harry Nilsson o Keith Moon travestiti come al solito da cameriera o chauffeur. La settimana successiva avrebbero potuto esserci Bernie Taupin, Jim Morrison o Mickey Dolenz”. Lungi dall’essere tuttavia una mera apologia dell’alcolismo, questo ensemble stellare ha il fine di omaggiare una lista interminabile di amici scomparsi, oltre che quello di raccogliere fondi per l’associazione MusiCares, che da decenni si occupa di assistenza medica per membri della comunità musicale con difficoltà finanziarie. I dubbi maggiori, dunque, restavano legati solo alla musica, visto che spesso raccolte di questo tipo finiscono spesso nel limbo degli album dimenticati dopo una settimana. Pur essendo sostanzialmente una collezione di cover di lusso, Hollywood Vampires regala molteplici sorprese: intanto, diciamo che pezzi ultra abusati come Whola Lotta Love o My Generation regalano emozioni. In particolare la prima, grazie ad un’interpretazione incredibile di Brian Johnson, personaggio difficilissimo da ascoltare in una veste che non sia quella di cantante degli Ac/Dc. Buoni anche gli inediti, che ricordano un po’ le ultime cose di Alice Cooper, impreziositi da un sorprendente Johnny Depp alle chitarre, anche se ad impressionare è proprio il numero di superstar coinvolte, da Dave Grohl a Paul McCartney, passando per Joe Walsh, Robbie Krieger e Slash. Sperando possa spingere le nuove generazioni ad andare a cercarsi le versioni originali…