Skunk Anansie: Parla Skin

Gli Skunk Anansie hanno sempre trovato terreno fertile in Italia, tanto che dalla reunion in poi hanno suonato di continuo nel nostro paese. Ora, forse per trovare nuovi stimoli, la band di Skin esordisce nei teatri, in una veste più intima ma non meno esaltante. Ne abbiamo parlato con l’affascinante cantante…

Non siete mai stati una band che ama le lunghe session in studio. Questa volta però avrete dovuto fare un’eccezione. Avete scartato qualche canzone perché inadatta?
Non amiamo l’esercizio fine a se stesso, così come non pensiamo che la tecnica musicale deve vincere sul cuore e sulle emozioni. Poi, devo ammettere che siamo sempre stati molto pigri (ride, ndr)! Questa volta, però, ci siamo resi conto che, al fine di poter organizzare lo show, dovevamo completamente rielaborare le nostre canzoni. Pur essendoci esibiti in acustico per le radio, per costruire un vero e proprio show senza corrente dovevamo impegnarci parecchio. Abbiamo iniziato dai brani che sapevamo essere più adatti, quelli su cui avevamo già lavorato e che sarebbero stati l’ossatura del concerto, poi siamo passati ai pezzi mai fatti in acustico o magari nemmeno mai suonati dal vivo. In alcuni casi, purtroppo i miei timori erano giustificati: non tutti i brani funzionavano o forse solo non riuscivamo a trovare la giusta chiave per farli funzionare. Ma non ti dirò mai quali sono, sono troppo orgogliosa (ride, ndr).

È vero che tutto è nato allo Zermatt, quando gli organizzatori si sono avvicinati proponendoti una performance solista?
In realtà, inizialmente la cosa è rimasta un po’ sul vago: non pensavano che la band fosse interessata ad una cosa del genere, quindi l’hanno chiesto a me quasi per timore. Poi ne ho parlato ai ragazzi e il progetto li intrigava, così abbiamo deciso di iniziare con due show, uno proprio allo Zermatt e uno a Londra. Quando Mark se n’è uscito con l’idea di filmare i concerti è cresciuta l’ansia da prestazione: sapevamo di dover essere praticamente perfetti. Più il tempo passava e più l’idea del salto completo nel buio ci galvanizzava.

Quanto saranno diverse le date del tour da quella di Londra in cui avete registrato l’album?
Non più di tanto: abbiamo fatto così tanta fatica per quel concerto che sarebbe una pazzia cambiare qualcosa (ride, ndr)! Però ci saranno delle sorprese, per convincere chi ci ha già visto a tornare magari per un’altra serata. Anche perché non credo che in futuro ci ritroveremo a ripetere un’operazione di questo tipo. In Italia in particolare sono io ad aspettarmi grandi sorprese, perché da sempre riesco a stupirmi per la reazione della gente. Fin da quando nessuno sapeva chi fossi, tutti mi dicevano che il pubblico italiano  poteva essere più intenso di quello del mio Paese natale. Credevo fosse uno dei tanti luoghi comuni legati alla vostra terra. Col tempo, invece, ho capito cosa volevano dire quelle parole.

In effetti, hai da sempre un rapporto strettissimo con l’Italia. Hai persino deciso di sposarti da noi.
Al di là di quello, che resta il giorno più incredibile della mia vita, ma rimane fuori dalla mia storia di cantante, devo dire che mi sono innamorata degli Italiani fin dall’inizio. Non esiste al mondo un Paese così tanto apprezzabile a livello culturale e contemporaneamente così assurdo e irrazionale. Politicamente siete un unicuum al mondo, tanto che per certi versi nemmeno in Stati non civilizzati si vedono situazioni di questo tipo. Avete una capacità unica di farvi del male con le vostre stesse mani, senza mai imparare dagli sbagli. Tuttavia, allo stesso tempo, avete così tante risorse da poter rivoltare il pianeta. Non vi ho ancora capito. Di sicuro, siete uno dei popoli che abbia amato di più gli Skunk Anansie e che dalla nostra reunion abbiamo visitato più spesso. Praticamente, tutti concerti sold out.

Qualche sorpresa per festeggiare i vostri primi vent’anni? Magari proprio in Italia?
Mi dispiace deludervi, ma non faremo nulla per celebrare il nostro anniversario. Anzi, ti dirò che una volta concluso questo tour staccheremo la spina per un bel po’ di tempo. Negli ultimi cinque anni non ci siamo mai fermati, abbiamo pubblicato raccolte, live album e un disco di inediti, in pratica tutto quello che ci veniva chiesto dai fan e che volevamo fare per chiudere una sorta di cerchio. Vogliamo fermarci prima di sovraesporci, è giusto così»