I Nickelback sono tra i gruppi di maggior successo degli anni duemila. Bistrattati, sottovalutati e spesso derisi, i canadesi sono stati in grado di smentire sempre tutti grazie a melodie accattivanti e una pesantezza derivata dal grunge, genere da cui nascono. Abbiamo avuto il piacere di parlare di Here And Now con Chad Kroeger…
Here And Now’ appare un po’ come una summa del vostro percorso, anche se in uno dei singoli, ‘When We Stand Together, si nota uno spiraglio su tematiche sociali a voi poco consone.
Credo che tutto il mondo sia pieno di disordini di vario tipo, basta vedere quel che è successo in Giappone, Libia, Africa, qui in Europa…era impossibile non avvertirlo e benché noi cerchiamo sempre di fare canzoni allegre, positive e da arena non potevamo far finta di nulla e abbiamo risentito di tutto questo in ‘When We Stand Together’. Abbiamo provato a farlo col sorriso: è sarcastico parlare dei problemi in modo allegro, il testo è quasi cinico ma è positivo perché comunica che unendoci, stando insieme, si possa riuscire a superare e affrontare meglio le difficoltà. Volevamo comunque dare speranza alla gente. Pensa che l’abbiamo scritta in mezz’ora, è nata già pronta in pratica! In generale l’album è, diciamo così, un po’ schizofrenico e non è stato facile prendere una canzone sola per rappresentarlo efficacemente.
Infatti ne avete scelte due…
La scelta dei singoli è responsabilità della discografica, noi facciamo musica e loro la devono promuovere. Per essere onesti al 100% viene scelta la strada più facile per i singoli perché il rock è difficile da proporre e da vendere in giro, è per questo che noi passiamo come una pop band proprio perché sono stati sempre usati i nostri pezzi maggiormente melodici; non capisci che i Nickelback sono una Rock band fino a quando non vieni a vederci dal vivo dove con tanta energia, scenografie imponenti ed esplosioni artificiali capisci che facciamo Rock sul serio, poi ovviamente ci sono anche quei due, tre momenti dove facciamo i singoli più melodici e rilassati.
Traspare un certo fastidio per il fatto di essere considerati una band pop…
Assolutamente sì, noi alla fine siamo rimasti i metallari di quando abbiamo iniziato. Sul finire degli anni 80 in giro c’erano solo Metallica, Guns, Megadeth, Anthrax ed eravamo tutti metal kids . Poi tutto cambiò quando esplosero i Nirvana e la scena del rock subì un’ulteriore trasformazione. Non dimentichiamo da dove veniamo. Abbiamo visto l’anno scorso Megadeth, Anthrax e Slayer a Salt Lake City, c’erano i Big Three in tour, siamo stati invitati e abbiamo avuto l’occasione di uscire insieme ai ragazzi e ci siamo divertiti un sacco, persino Dave Mustaine che non è una persona facile da portare fuori si è lasciato andare e si è sbronzato insieme a noi!
Avete venduto milioni di dischi, ma nonostante tutto (o forse per questo) siete una delle band più criticate del pianeta…Vi siete dati una spiegazione?
La spiegazione è proprio quella, che vendiamo molti dischi. Quello di odiare le band che hanno successo è uno dei giochi più antichi del music business: abbiamo incontrato recentemente i Def Leppard e ci hanno ringraziato per essere riusciti a prendere il loro posto nel ruolo di band più criticata al mondo! Poi tutte quelle band vengono regolarmente rivalutate molti anni dopo, come se la dignità si acquisisse solo col tempo o quando non esisti più.
Siete una band nel pieno delle forze, ma pensate mai al vostro futuro? Se non aveste più nulla da dire, mollereste il colpo come hanno recentemente fatto i R.E.M. o stareste sul palco fino a novant’anni come gli Stones?
Non abbiamo dubbi a riguardo, smetteremmo immediatamente di fare questo lavoro. Ho apprezzato enormemente la scelta dei R.E.M., non mi vengono in mente altre band così coerenti al mondo. Non stiamo dicendo che chi prosegue sia disonesto o attaccato ai soldi, semplicemente ci sembrerebbe di prendere in giro i nostri fan.