Il buon Charlie Watts è l’unico Stones a provenire da un ambiente musicale diverso da quello del blues nero americano tanto caro a Mick Jagger e, soprattutto, a Keith Richards. Buon batterista jazz, Watts negli ultimi tempi sta girando il mondo con una super band con l’intento di proporre un po’ di standard boogie woogie che, grazie al richiamo del suo nome, riescono di sicuro ad arrivare con più facilità al pubblico, anche quello meno avvezzo a contrabbasso e doppio pianoforte. Inutile sottolineare come tutti i presenti al Blue Note di Milano volessero vedere uno degli Stones in un contesto molto intimo e magari del suo side project non sapessero poi molto, ma tutto sommato il fatto che nessuno abbia chiesto al batterista di suonare “Satisfaction” ha reso il tutto più dignitoso e meno nostalgico di quello che avrebbe potuto essere. Non sorprende quindi il fatto che, tra i presenti , molti fossero provvisti di vinili della band inglese, ma il fatto che quegli stessi fan abbiano partecipato in modo molto attivo a tutto lo show ha fatto sì che, almeno per una sera, le quotazioni del pubblico italiano, in genere tra i peggiori del globo, si rialzassero notevolmente. La band ha mostrato di gradire il coinvolgimento, tanto da assecondare spesso i fan con lunghe improvvisazioni che hanno dimostrato la statura dei musicisti, oltre a evidenziare quanto Watts sia davvero molto più tecnico di quanto ogni fan degli Stones possa sospettare. I tecnicismi messi in mostra dal batterista e la tenuta fisica che gli ha permesso di fare sei concerti in soli tre giorni, sono forse la più grande conferma del fatto che il più tecnico della band sia anche il più sottovalutato…Certo, a fine serata la stanchezza ha iniziato a farsi sentire, ma ciò non ha impedito al musicista di fermarsi con i presenti che lo attendevano dietro le quinte per una stretta di mano. Con Mick Jagger sarebbe stato più difficile…
Charlie Watts – The A, B, C, D Of Boggie Woogie – Blue Note Milano 28/09/2011
30 Settembre 2011
Concerti
Giornalista musicale con esperienza decennale, Luca Garrò scrive o ha scritto per alcune delle riviste musicali più note del nostro paese, da Rolling Stone a Jam, passando per Rockstar, Rocksound, Onstage e Classic Rock, oltre ad essere uno dei fondatori del magazine online Outune.net. Appassionato di classic rock fin dall'infanzia, ha scritto centinaia di articoli sugli argomenti più disparati, tre libri per Hoepli (Freddie Mercury, David Bowie e Jimmy Page & Robert Plant) e sta curando una biografia su Brian May per Tsunami. Per cinque anni è stato tra i curatori del Dizionario del Pop Rock Zanichelli.
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