La la 43sima edizione del festival più noto e prestigioso d’Europa sarà ricordata senza ombra di dubbio per l’evento, annunciato a sorpresa quando il bill era già stato reso noto al pubblico, dei due concerti in un solo giorno da parte di Prince. I rumors erano molto chiari: le esibizioni sarebbero state tre, una composta esclusivamente da super hit, una completamente jazz e l’ultima solo voce e piano. In quanto rumors, le notizie trapelate sono state poi confermate solo in parte, per un evento comunque unico intitolato enfaticamente “Prince: 2 Shows, 1 Night”. Inutile ricordare la durata dei biglietto online: otto minuti in cui pochissimi fortunati sono riusciti a realizzare il sogno di una vita. Io compreso.
All’ingresso, il colpo d’occhio è essenziale e discreto, come si confà ad un evento del genere. La scenografia è composta da due grandi meduse sospese ai lati, una mirrorball al centro della sala dell’Auditorium ed una sorta di Stargate a centro palco sul quale saranno proiettate delle immagini “fluide” in entrambi i concerti. La batteria è girata di 90 gradi a sinistra rispetto il pubblico in sala.
Primo Spettacolo
Mentre il pubblico chiama a gran voce l’ingresso del protagonista della serata, le luci vengono spente e poi riaccese per far fremere gli spettatori. Spente per una seconda volta, i componenti della band entrano sul palco uno alla volta mentre una voce fuori campo annuncia: “Please welcome John Blackwell, Mrs. Rhonda Smith, Mr. Renato Neto. My name is Prince”.
Una New Power Generation ridotta rispetto ai fasti del 2002, scontando l’assenza di Sheila E. e Maceo Parker. Sulle note di “When Eye Lay My Hands On U” e vestito con un completo rosso fa il suo ingresso il Principe di Minneapolis.
Il “quattro” di Blackwell e le note lunghe della chitarra introducono “Little Red Corvette” Cominciano le prime interazioni con il pubblico che batte le mani a tempo e canta sull’assolo finale.
Cala l’atmosfera in sala con una sentita “Somewhere Here On Earth”. Renato comincia a scaldarsi con il bellissimo assolo centrale di piano. Ancora un calo d’intensità con il brano “When The Lights Go Down” – caratterizzato da un altro assolo di Renato all’organo prima ed al piano dopo – ed una ripresa con il lento groove di “Willing And Able” conclusa con i cori del pubblico ed un soddisfatto Prince che ringrazia: “Thank you Montreux”.
Le note di “I love You But I don’t Trust You” e le luci suffuse fanno scendere in sala un’atmosfera romantica: con suoni d’archi e l’assolo di piano sembra di essere stati catapultati in un film.
Il concerto riprende d’intensità con “She Spoke To Me”. “Everybody clap the hands” esorta il Principe sull’assolo di chitarra, ma quasi a sorpresa, Blackwell fa partire un tempo jazz sul quale Neto e Prince cominceranno un botta e risposta di assoli sino al ponte che sfuma sull’assolo finale del batterista.
La band aumenta il tiro con “Love Like Jazz”. Gli assoli di Prince e Neto sono ancora i protagonisti. Stacco coordinato di tutta la band e viene unita “What Ur Gonna Do With All This Love”. Prince canta e fa i vocalizzi sulle note dell’assolo di chitarra, prima di cedere il testimone a Renato per un lungo assolo jazz. Stacco con pausa. Proseguono da soli Rhonda, con un groove pazzesco, e Blackwell con un lavoro micidiale di “ghost notes” su rullante.
Il grande frontman, incita il pubblico: “What ur you gonna do. What ur you gonna do, Prince” e parte una chitarra funky che farebbe ballare anche un sasso; “What ur you gonna do. What ur you gonna do, Renato” e si librano in sala i suoni del sintetizzatore, “What ur you gonna do. What ur you gonna do, Rhonda” e l’assolo in slap di basso fa tremare i muri dell’Auditorium. Ancora uno stacco coordinato e chiusura del brano.
Il bis riprende con la marcia su rullante di John che intoduce “Empty Room”. Seguiranno “Elixer” (magnifico l’assolo di piano) e “In A Large Room With No Light”.
Il pubblico non smette di urlare, fischiare e battere le mani quando un boato accoglie nuovamente la band mentre risale sul palco.
La seconda ripresa è affidata a dei lenti. Per cominciare “Insatiable” durante il quale Prince si rivolge al pubblico chiedendo: “Ladies and Gentlemen, show your love for Mr. Renato Neto. Show your love for Mr. John Blackwell. Show your love for Mrs. Rhonda Smith. Coming to the stage, Mr. Morris Hayes”.
Seguiranno “Scandalous”, “The Beautiful Ones” e la celebre “Nothing Compares 2 U”.
Il concerto si chiude con i ringraziamenti di rito: “Thank you Montreux. We love you so much, good night”.
Secondo spettacolo
Sempre una voce fuori campo annuncia: “Please welcome John Blackwell, Mrs. Rhonda Smith, The man at the piano, Renato Neto. Yours truly, Prince”.
L’inizio calmo con il brano “When Eye Lay My Hands On U” fa temere il peggio. Si pensa già ad una replica fotocopia del primo show quando il riff di chitarra di “Stratus/That’s It” fa capire che il secondo spettacolo sarà decisamente più potente del primo.
Il pubblico si scalda immediatamente facendo ondeggiare pesantemente le teste. Un groove incredibile ed incalzante porta i componenti della band ad esibirsi da subito in assoli. Divisi dai riff comincia Prince alla chitarra, lo segue Neto al sintetizzatore e Blackwell alla batteria.
Su di una linea – ostinato di basso l’attacco del cantato di “All Shook Up” apre lo spettacolo vero e proprio. Gli spettatori sono in delirio.
“I love you Montreux” e la chitarra distorta annuncia una grandiosa “Peach” alla quale vengono attaccate, una di fila all’altra, senza nemmeno una pausa, “Spanish Castle Magic” e “When U Were Mine”. Un momento più rilassato con i brani “Little Red Corvette” e “Somewhere Here On Earth”, quest’ultimo con un magnifico solo jazz di Renato. Un leggero crescendo con la replica di “She Spoke 2 Me”, brano arrangiato in chiave jazz con dei magnifici soli di tastiere, a cui si aggiungeranno un lungo solo di Prince ed il terzo assolo di batteria della serata. I suoni degli archi ed un sapiente gioco di luci, fanno piombare nuovamente la sala in momento altamente romantico con le note di “I Love U But I Don’t Trust U Anymore” nell’aria. Ancora un crescendo con “Love Like Jazz” ed è nuovamente groove allo stato puro con “All The Critics Love U In Montreux/Housequake”. Il giro funk della Smith è micidiale. E’ impossibile resisterle. Il pubblico ormai balla e salta in continuazione. Prince, maestro nel far salire l’eccitazione con assoli mozzafiato e smorzando subito dopo gli entusiasmi con i suoi “Breakdown”, dialoga con gli spettatori per diversi minuti – “Am I funky?”, “Are you funky too?” ed allora “Jump up and down” – prima di portare a chiusura la prima parte del secondo spettacolo. La band torna sul palco per il bis. Prince, cambiatosi d’abito, canta “In A Large Room With No Light”. Un concerto eccezionale la cui chiusura sarà affidata ad una sentita “Purple Rain”, ripresa più volte con un coinvolto pubblico che canta insieme a lui.
Musicista eclettico e geniale, Prince porta nel cuore d’Europa una miscela esplosiva di soul, funk e continui innesti jazz di primissimo ordine: questi ultimi la vera caratteristica delle due esibizioni.
I fans, per i momento, possono ascoltare in streaming sul sito ufficiale del Festival la nuova versione in chiave jazzy del brano “In a Large Room With No Light”, regalo dal cantante per il pubblico.
La speranza adesso è di poter vedere al più presto un doppio DVD della collezione “Live At Montreux”.